martedì 11 gennaio 2011

Una storia tragicamente vera, AdDio Michele. Ti ricordo con affetto.

Una storia vera, una storia che fa pensare, a volte fa paura ma di sicuro porta a riflettere, pensare, cercare di capire…
Erano i tempi del liceo quando di fronte alle numerose sventure amorose adolescenziali una mamma (MG) raccontava alla figlia, MC, di questo ragazzo, Michele, particolarmente simpatico e carino che passava da lei in azienda per ricaricare la macchinetta del caffè. Un ragazzo che aveva avuto problemi amorosi molto similari a MC, oltrepassava più o meno le stesse situazioni e problematiche (addiritura MC aveva il ragazzo che si chiamavaMichele e Michele aveva la ragazza che si chiamava MC... OMONIMIA QUASI IMPRESSIONANTE!Poichè si trattava ovviamente di due persone diverse!!!) …l’età, il caso, chi lo sa… destino...
Ad ogni modo, Michele e MC avrebbero potuto stringere un’importante amicizia ma il caso non è mai riuscito a farli incontrare, nonostante l’uno sapeva tutto dall’altro e viceversa tramite racconti della mamma.…

Volano gli anni ed ecco che i due, che sapevano moltissimo l’uno dell’altro, inconsapevolmente si conoscono sul lavoro… sempre sorridenti, sempre a parlare e confrontarsi… le loro vite si erano stabilizzate ora, in amore, e chiacchierare era diventato divertente… peccato che Michele non aveva collegato che Celeste era proprio quella ragazza che aveva sentito crescere tramite le storie della signora MG e neppure la figlia di MG aveva capito che Michele era proprio quel Michele che aveva immaginato crescere con gli stessi racconti… Almeno non fino a che, un terribile giorno di rinizio, riapertura delle scuole e riapertura delle aziende poco dopo il rientro natalizio MC rientra a casa, alla sera, e trova la mamma attonita sulla prima pagina di un quotidiano… alza lo sguardo verso la figlia e dice…
Ricordi Michele, il ragazzo di cui ti raccontavo sempre? E’ morto ieri sera, in un incidente stradale… ecco che la ragazza si avvicina, guarda la foto.. e scopre che era proprio lui… era proprio quel ragazzo che aveva conosciuto in azienda quello con cui rideva e scherzava, quello con cui si erano rimandati gli auguri di buon anno all’inizio del prossimo anno…

Una macchina di Slovacchi, probabilmente per un colpo di sonno, aveva colpito la macchina ove viaggiava Michele con la compagna e i loro parenti… improvvisamente la macchina va fuori strada e non c’è più nulla da fare per nessuno…


EGNA / Tre morti domenica sera poco prima delle 20 sull'autostrada A22 nei pressi del casello di Egna (Bolzano), una Fiat con 4 persone a bordo, della Piana Rotaliana, è stata tamponata da una Mercedes slovacca. La Panda è finita fuori strada. Per l'impatto 3 vittime: Silvana Concin, 53 anni di Mezzolombardo, la nipote Ylenia Concin, 24 anni e il suo fidanzato Michele Malfatti, 33 anni di Nave San Rocco. Il guidatore si è miracolosamente salvato.

Solo tanto nervoso di fronte a persone a volte poco attente che distruggono la vita degli altri per una distrazione, un'imprudenza come guidare per ore, o forse è solo destino e tanta impotenza… solo tanta tristezza… AdDio mio amico di vita, spero tu sia sempre felice e sorridente anche lassù e chissà se mai saprai che ero io la Martina di cui mia mamma ti parlava sempre…
Ti ricorderò con affetto.

THE DAY AFTER NEWS_
Dal quotidiano L'adige dell'11.1.11, articolo del per chiarire le cause dell'incidente

Quella che si è consumata l'altra sera sull'A22 a sud di Egna è una strage che non può essere addebitata né all'alcol e neppure alla velocità. Anche per questo le morti di Silvana Concin, della nipote Ylenia Concin e del fidanzato di quest'ultima Michele Malfatti, appaiono incredibili e per questo ancor più inaccettabili. Sull'incidente, avvenuto domenica alle 19 e 48 in corsia sud, il pm bolzanino Markus Mayr ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo. Indagato è il giovane conducente della Mercedes ML con targa slovacca che ha "speronato" la Panda su cui viaggiavano i trentini. Il giovane - L.T. di 29 anni - era insieme ai suoi genitori e alla fidanzata. Il pm Mayr, come di prassi in questi casi, ha ordinato che venisse eseguito l'alcol test sia sul conducente della Mercedes, sia su Giorgio Rizzi (marito di Silvana Concin e dunque zio di Ylenia, ieri ancora ricoverato a Bolzano con prognosi di 5 giorni) che si trovava al volante della Panda. I test hanno dato esito negativo nel senso che entrambi non avevano in corpo neppure un bicchiere di vino: anche se manca ancora la conferma degli esami del sangue, già si può dire con sicurezza che i due guidatori erano sobri.

Dalle indagini condotte dalla Polstrada di Bolzano emerge anche che i due veicoli rispettavano i limiti: la velocità, quindi, era adeguata. Inoltre le condizioni di visibilità erano ottime, anche se a quell'ora ovviamente era già buio, e la superficie stradale non era ghiacciata. Tra l'altro l'incidente è avvenuto lungo un rettilineo. Cosa sia accaduto potranno chiarirlo solo i testimoni diretti della tragedia e in particolare il giovane slovacco alla guida della Mercedes. L'ipotesi più accreditata è quella dell'attimo di distrazione, magari associato ad una manovra maldestra. L'auto slovacca riporta i segni della collisione sulla parte anteriore destra. Forse il giovane voleva superare la Panda e ha calcolato male le distanze andando a toccare l'utilitaria sulla parte destra del paraurti posteriore: non un gran tamponamento, ma sufficiente per spingere l'auto su cui viaggiavano i quattro trentini giù dalla scarpata. Il mezzo poi si è ribaltato più volte terminando la sua corsa a ruote all'insù. Da quell'inferno è uscito con le sue gambe, ma ovviamente sconvolto, il solo Giorgio Rizzi.

Nel buio e sotto shock l'uomo certo non aveva percepito le dimensioni della tragedia. Possiamo immaginarlo nella notte, dolorante, mentre risale affannosamente la scarpata erbosa fino a raggiungere la corsia d'emergenza dove ha atteso i soccorsi. Rizzi ha comunque avuto la lucidità e la forza di telefonare a suo cognato, Mariano Concin. Il papà di Ylenia e fratello di Silvana era alla guida di un'altra auto che precedeva la Panda e che inutilmente attendeva a casa il resto della famiglia. «Mariano - avrebbe detto Rizzi - vieni, vieni subito! È successa una cosa gravissima...». E poi Rizzi ha spiegato in modo sommario dell'incidente. Col cuore in gola, il resto della famiglia Concin è tornato in auto a Egna, ma quando ha raggiunto il luogo dell'incidente ha trovato solo tre corpi senza vita (le salme saranno trasferite oggi da Bolzano in Rotaliana) e Giorgio Rizzi disperato.

(Altri servizi sull'Adige in edicola)

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