mercoledì 7 luglio 2010

I 5 (tipici) errori delle donne in amore

I tre copioni più comuni

Come entriamo in relazione intima con l’altro? Ecco i modi di procedere più frequenti. E il consiglio per evitare errori

L’EDERA: in questo copione, la donna desidera eccessivamente fondersi e confondersi con l’altro, è a suo agio con l’intimità ma non con l’autonomia, richiede costantemente eccessiva attenzione e rassicurazione, si preoccupa di non essere abbastanza interessante, tende a essere ipergelosa (magari nascondendo questo sentimento) e, per paura dell’eventuale solitudine, costruisce una serie di possibili future “alternative” alla relazione principale, “tenendo in caldo” altri potenziali partner. Cerca spesso di comunicare per tenere il controllo della relazione.
Come migliorare: guardarsi con occhi nuovi, sviluppare le proprie potenzialità. Dare al partner il tempo di entrare nella relazione.
L’ISTRICE: qui la donna ha paura di sentirsi oppressa e costretta nella relazione, è a suo agio con l’autonomia ma non con l’intimità. Ricerca continuamente occasioni sociali con amici e conoscenti pur di limitare le fasi private, che si riducono alla sessualità o alla routine quotidiana. Si lamenta della gelosia dell’altro e si preoccupa di garantirsi sempre una via di uscita dalle strettoie relazionali, dai litigi e dalle discussioni. Fa fantasie di allontanamento o interruzione del rapporto.
Come migliorare: favorire l’intimità col partner, per vedere l’effetto che fa (e restarne sorpresi), superando la propria prevenzione.
L’ALTALENA: la persona oscilla tra desiderio di fusione e desiderio di libertà, con comportamenti contraddittori ed emozioni contrastanti. Si alternano fasi di passione a fasi di noia ed evitamento, fantasie di felicità romantica all’infelicità coniugale senza vie di uscita. Grandi passioni a grandi pianti. Separazioni e riconciliazioni sono molto intense, sia nel bene sia nel male. Si ha la sensazione di non poter vivere bene né con partner né senza di lui.
Come migliorare: frenare l’entusiasmo e forzarsi un po’ quando si è abbattuti, cercando relazioni sociali anziché la solitudine.

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