lunedì 12 novembre 2007

Tragedia sull'A1, Italia sotto choc per il tifoso ucciso da un agente

Il giovane era in auto con degli amici, dopo la rissa stavano ripartendoquando il poliziotto ha sparato. Il Questore: "Un tragico errore"
AREZZO - La tragedia che scuote l'Italia, che provoca un'ondata di indignazione in tutte le tifoserie, che riaccende il dibattito sia sulle violenze degli ultras sia sugli errori che a volte commettono gli uomini delle forze dell'ordine, comincia poco dopo le 9, nell'autogrill di Badia al Pino, lungo l'autostrada A1. Un accenno di rissa tra sostenitori juventini e laziale, la polizia stradale che subito dopo interviene, un agente che spara uno, forse due colpi di pistola, a grande distanza: muore un ragazzo. Gabriele Sandri, 28 anni, supporter biancazzurro, noto dj dei locali romani, titolare di un negozio di abbigliamento, viene colpito al collo, mente si trova all'interno di un'auto, una Renault Megane. Una morte assurda, "un tragico errore", come alcune ore dopo il fatto ammette il questore di Arezzo Vincenzo Giacobbe. Diversa l'opinione di Luigi Conti, legale della famiglia della vittima, che accusa: "E' omicidio volontario". Così come il fratello di Gabriele, Cristiano Sandri, che urla tutto il suo dolore: "Me lo hanno ammazzato". Adesso, naturalmente, spetta agli inquirenti fare piena luce sull'accaduto: sia ascoltando i testimoni - a partire dall'agente che ha sparato, a quanto sembra un trentenne con diversi anni di esperienza alle spalle - sia attraverso altri tipi di riscontri. Come i filmati delle telecamere di sicurezza dell'autogrill, sequestrati dalla polizia scientifica. In attesa di conoscere l'esito delle indagini, quel che sembra certo è che, poco prima delle 9 del mattino, un'auto di tifosi juventini, nel piazzale di sosta, viene avvicinata da alcuni supporter laziali, armati di spranghe. C'è tensione, nasce una violenta collutazione. L'incidente richiama l'attenzione di due pattuglia della Polstrada, che si trova sul piazzale dello stesso autogrill ma dall'altra parte della carreggiata a oltre 50 metri di distanza. Gli agenti sono stati chiamati per un altro servizio, ma sentono rumori e grida e decidono di intervenire. Raggiungono il bordo della carreggiata e, da lì azionano le sirene delle loro auto. Ma la rissa continua e, a questo punto, uno degli agenti decide di sparare in aria "per attirare l'attenzione" dei contendenti. Il poliziotto spara due volte e un colpo, ma questo non è ancora stato ammesso apertamente nemmeno dal questore, raggiunge al collo Gabriele Sandri che si trova seduto in mezzo sul sedile posteriore della Megane Scenic. L'auto, nel frattempo è partita, gli amici a bordo si accorgono che Gabriele sta male, rantola, si fermano al successivo casello (4-5 chilometri più a Nord) e chiamano il 119. Lì li raggiunge la volante, arriva anche l'ambulanza, si cerca di rianimare il giovane, ma non c'è nulla da fare. Il ragazzo è morto e il suo corpo senza vita resterà a lungo sdraiato su sedile posteriore dell'auto.
L'agente che ha sparato: trentenne, con diversi anni di servizio è stato interrogato a lungo dal magistrato senza l'assistenza di un avvocato. Intorno alle 21 non risultava ancora insdagato. Per ora le sue dichiarazioni restano top secret. Sul luogo della tragedia sono stati ritrovati anche due coltelli e due ombrelli spezzati. E già poco dopo la morte di Sandri, le indiscrezioni si rincorrono, si comincia a dire che la vittima non è stata colpita da tifosi avversari, ma da un uomo delle forze dell'ordine. Vertici calcistici e dirigenti del Viminale si riuniscono subito, e alla fine decidono di sospendere
Inter-Lazio, e di far cominciare le altre partite di A con 10 minuti di ritardo. Si sa anche che il Viminale deciderà di vietare d'ora in poi tutte le trasferte. Ma questo non basta a sedare gli animi dei tifosi: incidenti si registrano in vari stadi. Atalanta-Milan viene interrotta dopo pochi minuti, per motivi di ordine pubblico, lo stesso accade a Taranto per Taranto-Massese di C1. A Milano, tifosi interisti e laziali formano insieme un corteo e percorrono le strade vicino allo stadio. Davanti a un commissariato parte una sassaiola. In quasi tutti gli stadi si sprecano gli insulti alla polizia. In serata, a Roma, esplode la violenza: centinaia di ultras di Roma e Lazio, ma anche tanti giovani senza "insegne" calcistiche, attaccano commissariati, la sede del Coni e lo stadio. Danno fuoco a cassonetti e autobus, feriscono una ventina di agenti.



(11 novembre 2007)



http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/cronaca/tifosi-morto/tifosi-morto/tifosi-morto.html



Questo era il suo blog...

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