sabato 29 settembre 2007

Van Gogh e le stelle

ROMA - E' stata la posizione delle stelle dell'Orsa Maggiore a rivelare la data della "Notte Stellata sul Rodano" di Van Gogh. Arles, 28 settembre 1888, Vincent van Gogh é all'aperto, dopo aver dipinto uno scorcio del fiume Rodano, gira il cavalletto verso Nord, guarda le stelle del Grande Carro e le dipinge. A cogliere il gesto e a datare l'opera sono stati l'astrofisico Gianluca Masi e Antonella Basso, che presentano a Frascati (Roma) i risultati del loro studio nella Notte europea della ricerca. A 119 anni esatti dalla creazione del dipinto, l'evento organizzato dall'assessorato alla Cultura della Regione Lazio prevede anche l'osservazione diretta della costellazione, pioggia permettendo. Calcoli e simulazioni hanno permesso di concludere che "fra il 24 e il 28 settembre del 1888, a quella latitudine e a quell'ora, nel cielo del piccolo paese francese, il Grande Carro occupava nel cielo la stessa posizione occupata nel quadro, il che dimostra che van Gogh ha dipinto l'opera dal vivo", ha detto Gianluca Masi. Ma se fin qui il pittore, che con il suo nuovo concetto di arte come espressione ha inaugurato una nuova pagina dell'arte europea, e' stato fedele alla realta' si e' concesso, dimostra lo studio, un suo personalissimo tocco: "il Grande Carro e' messo in una direzione dove esso naturalmente non appare rileva Masi - a Sud-Ovest anziché a Nord". Insomma van Gogh avrebbe letteralmente girato il cavalletto e piazzato le sette celebri stelle riprese dal vero sulle acque del Rodano, a conferma della sua visione di arte come strumento per appropriarsi della realta' e rimodellarla. Un'altra incongruenza, che ha permesso di stabilire che il Carro e' stato dipinto nell'arco di mezz'ora e dal vivo, e' la posizione "un po' troppo ruotata osserva Masi delle stelle della parte posteriore della costellazione, che evidentemente si erano spostate nel cielo durante il lavoro". La "Notte stellata sul Rodano" non e' il primo panorama stellato che compare nei dipinti del pittore olandese, ma, osserva Masi, ma e' quello che rappresenta in maniera piu' realistica il cielo notturno. Tracce dell'opera sono presenti nel carteggio con il fratello Theo, dove proprio in una lettera del 28 settembre 1888, l'artista scrive di aver dipinto il Grande Carro, particolare che fa corrispondere con maggiore certezza quella data all'opera. (ANSA)

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